by Norberto Cristofori
Dal 16 Novembre l’Iran è isolato dal mondo. Il governo guidato da Rouhani ha disattivato la rete internet in tutto il Paese. Il motivo principale è l’aumento e lo spargersi in più di 60 città di numerose proteste contro l’aumento del 300% del prezzo della benzina.
Qualche giorno fa l’Iran aveva annunciato il ritrovamento di un enorme nuovo giacimento di petrolio che avrebbe aumentato la produzione e le riserve di miliardi di barili.
Ma le cattive acque diplomatiche con gli Stati Uniti e il ritorno delle sanzioni hanno riaperto una grave crisi economica nel Paese.
Per questo molti iraniani sono scesi in piazza da Teheran a Shirazaffrontando un duro e sanguinoso scontro con l’esercito e la polizia.
Le notizie che arrivano da un Paese senza contatti con l’esterno sono di diversi morti e decine di feriti.
Le protese non si sono fermate neanche davanti alle parole dell’Ayatollah Alì Khamenei, la guida spirituale del paese, che ha difeso la decisione del governo, intervenendo direttamente con una sua dichiarazione:
«Azioni di sabotaggio vengono messe in atto da teppisti sostenuti da potenze straniere, non dal nostro popolo. La controrivoluzione e i nemici dell’Iran hanno sempre sostenuto il sabotaggio e la violazione della sicurezza del nostro paese. Io non sono un esperto, ma quando tre istituzioni prendono una decisione, io la appoggio.»
Alì Khamenei, 2019
- Queste violente proteste potranno portare ad una nuova fase politica in Iran?
- Le sanzioni degli Usa contro l’Iran devono continuare, pur rischiando di destabilizzare ancora di più un area già agitata?
- Il malessere sociale e un sempre meno sostegno a figure come l’Ayatollah potranno far nascere una nuova Onda Verde in Iran?
Letture consigliate:
– https://www.aljazeera.com/news/2019/11/protests-erupt-iran-hikes-petrol-prices-191116092855017.html
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